Protagonista del mio dipinto è il leone, sin dall’antichità figura importante della simbologia cristiana e qui rappresentato come esempio di forza nel mondo animale e metafora delle grandi potenze religiose e politiche.
L’animale raffigurato è un esemplare maturo che appare maestoso ed invincibile pur limitando il suo operato alla sola protezione del branco e del territorio. Non è a lui che spetta l’onere della caccia ma sono le femmine a farsi carico della cattura delle prede, compito vitale e necessario alla sopravvivenza.
Nello stesso modo le grandi potenze del mondo sono attente a mostrare la propria forza e a preservare i propri domini senza preoccuparsi di provvedere ai bisogni e alla sicurezza dei popoli soggetti al loro governo.
Nel dipinto il leone appare feroce ma alla colomba non reca alcun danno: la trattiene senza affondare gli artigli, la sua è una forza che schiaccia e immobilizza ma non annienta.
Il leone diventa così simbolo di un potere che domina senza distruggere e che è incapace di agire concretamente.
La colomba rappresentata come preda è una “frugivora nuca rossa” una specie scelta per la sua rarità e investita di un intenso valore simbolico.
I suoi colori richiamano la bandiera di Gaza e la coda, trasformata in un rosso intenso e sanguinante, diventa segno del sangue ingiustamente versato su quella terra martoriata dalla guerra.
Eppure questo dipinto non parla esclusivamente della guerra a Gaza: la sua forza evocativa è universale e rimanda a tutte le guerre che insanguinano il mondo.
Immobilizzata tra le zampe del leone, la colomba rappresenta una pace negata: non distrutta ma imprigionata, incapace di prendere il volo.
Tuttavia, osservandola con attenzione, la colomba sembra opporre resistenza non si lascia del tutto sopraffare dalla zampa del suo predatore.
Ci appare inerme ma è pronta da un momento all’altro a liberarsi e a volare via ed in questa tensione estrema è possibile leggere un segno di resistenza e di speranza:
la possibilità che la pace possa ancora trovare il coraggio di liberarsi per innalzarsi indomita al di sopra della violenza.